24 – una chimica “naturale”

Nella storia della chimica si attraversano in maniera propria le tre fasi della tecnica, per come descritte da Ortega y Gasset. La “vera” chimica nacque dopo la Rivoluzione Scientifica (xvii secolo), anche se le componenti pseudoscientifiche e parascientifiche saranno in essa presenti ancora sino alla metà del xix secolo. Ciò è in prima battuta dovuto al fatto che la maggior parte dei fenomeni osservati hanno base microscopica. La teoria atomica, tanto importante per la comprensione dei fenomeni alla base del comportamento degli elementi, fu portata a un livello accettabile di formalizzazione e comprensione solamente tra la fine del xix secolo e l’inizio del xx.
Similmente, il concetto di “elemento” non fu univocamente definito per lungo tempo. Esso fu applicato in maniera propria solo verso la fine del xx secolo, anche se risale al 1774 la scoperta contemporanea e indipendente dell’ossigeno ad opera dell’inglese Joseph Priestley e di Carl Wilhelm Scheele, un farmacista svedese che definì questo elemento chimico “aria di fuoco”.
E’ del 1869 la tavola periodica degli elementi, congegnata dal chimico russo Dimitrij Mendeleev. Ma solamente nel 1902 Thomson propose il primo modello fisico dell’atomo, il cosiddetto “modello a panettone”, secondo cui l’atomo era una sfera fluida di massa caricata positivamente in cui erano immersi gli elettroni. Questo modello fu poi superato dalle scoperte di Rutherford.

La chimica “naturale” fu la prima chimica. Le prime applicazioni della chimica riguardarono per lo più la raccolta di essenze naturali. Ne sono un esempio la distillazione di succhi; l’estrazione di sostanze alla base farmacologica; la tintura, effettuata con aggiunte di fissanti; la concia delle pelli. Riguardo a quest’ultima, la pelle prelevata da un animale, come tale, non poteva essere utilizzata per coprirsi in quanto se non fissata, va in putrefazione.

L’alchimia si diffuse in Europa dal xiii secolo, per poi lasciare spazio alla chimica dal xvii. Una definizione di alchimia pone al centro la ricerca della pietra filosofale, non per forza una vera pietra, un lapis, ma anche un procedimento, un ingrediente, una sostanza che sarebbe dovuta essere aggiunta ai metalli per ottenere da questi l’oro, il metallo “perfetto”. L’alchimia fu sempre intimamente connessa a un sistema esoterico di conoscenza.

Per “esoterismo” si intende una dottrina segreta, iniziatica, che prevede un sistema di conoscenza rivelato a membri scelti, all’interno di un consesso isolato dall’esterno e dalla moltitudine. Prevede spesso la trasmissione orale della conoscenza, a garantire ancora maggiormente il carattere segreto delle nozioni trasmesse. Quando trasposti in forma scritta, i concetti erano spesso connotati di doppi significati, cosicché i pochi testi visibili fossero di difficile interpretazione. L’etimo del termine è greco (esoterikos, “interno”).

La presenza del cappello esoterico è spiegabile poiché l’uomo è storicamente ricorso a interpretazioni “superiori” ogni volta che si è spinto al limite della propria conoscenza: si intravvedeva la posta in gioco (la comprensione ultima della struttura della materia e dei suoi componenti), ma le leggi non erano a portata di mano.
Tra i vari sistemi simbolici, si creò ad esempio un parallelismo con le lettere dell’alfabeto, un’ars combinatoria tra numeri, lettere ed elementi che cercava di capire quali fossero le combinazioni “giuste”, nello stesso modo in cui la Qabbalah (Cabala), la porzione esoterica della mistica ebraica, cercava di capire quale fosse la combinazione di lettere che portava al vero e ultimo nome di Dio.
Altra sistematizzazione simbolica vide l’associazione dei sette metalli noti con i pianeti: secondo questa visione, la costituzione dei metalli era determinata dalla materia del pianeta corrispondente e ciò che accade in Natura doveva essere riprodotto per artificio. L’oro viene dal Sole; l’argento dalla Luna; il ferro da Marte; l’argento vivo da Mercurio; lo stagno da Giove; il piombo da Saturno; il rame e il bronzo da Venere; i metalli potevano essere anche chiamati con il nome del pianeta relativo.

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