a fifty thousand euros cook hat on Amazon

I was looking for a book by Jean Ziegler on Amazon.it, and I came to this search page, in which there is a carpet in tenth place. Then I got curious to see what Amazon proposes for carpets, so I typed “carpet” as search keyword; then I narrowed the results to the “Home & Garden” category and ordered them by descending price. Now, at the top of the page is a “Isfahan carpet silk warp 403×275“, proposed at the fair amount of ninety thousand two hundred sixteen euros. I got to know that Isfahan is a city in central Iran, and it is famous for the quality of the carpets: 750,000 is the average number of knots per square meter (if you prefer, this equals to 75 per square centimeter), and the quality of workmanship and pigments are excellent. So far nothing strange, therefore, although it is a bit hard to think of a rug worthy nearly one hundred thousand Euros, although it is formed by almost ten million knots.

The only associated object (under the heading “Customers who viewed this item also viewed” at the bottom of the page) to Isfahan carpet is a seemingly ordinary chef’s hat, generically referred to as “Toque Chef Works – Color : White” presented at the hyperbolic price of EUR 53,522.30. Click here if you do not believe me.
Makes little sense to think of a typo. And above all, who’s the one looking for a hundred thousand euro carpet and – shortly before or shortly after – a fifty thousand euro cook hat?
The hat comes from Chef Works, a California-based company produces clothing for catering professionals, but not otherwise present on Amazon. It is sold by Rinkit Ltd, which proposes on Amazon tens of thousands of articles of various kinds. Unfortunately it is not given a chance to sort products by price high to low (to see if there are other very expensive items), but within the window of Rinkit Ltd it is possible to perform a search by “toque”, thus obtaining these results. It turns out that even the black hat costs € 53,522.30, while logically the paper one is much cheaper (just over 55 euro). The other possibility is given by this item, apparently another white hat at the same price. It perhaps explains the mystery: with the hat you buy the cook, in defiance of any law prohibiting the trafficking in human beings.

From here on, we enter the assumptions domain. It is not so difficult, though, to think that once bought together, cook hat and carpet may be subject to reasonable discount; on the other hand, a certain panic imagine comes on our mind by thinking how much it might cost to clean the carpet where the chef with hat – black or white – may have clumsily knocked over a soup with saffron, caviar, truffles, mushrooms and Matsutake gold flakes.

un cappello da cinquantamila euro

Tappeto Isfahan ordito in seta 403×275

Cercando un libro di Jean Ziegler su Amazon sono arrivato a questa pagina di ricerca, nella quale, in decima posizione, si trova un tappeto. Curioso di vedere quali tappeti Amazon proponga, ho semplicemente cercato per “tappeto”, che limitando i risultati alla sola categoria “Casa e cucina” e ordinando per prezzo decrescente ha prodotto questo risultato. Ora, in cima alla pagina appare un “Tappeto Isfahan ordito in seta 403×275“, proposto alla modica cifra di novantaduemiladuecentosedici euro. Apprendo che Isfahan è una città dell’Iran centrale, celebre per la qualità dei tappeti che vi si producono: 750.000 è il numero medio di nodi per metro quadro (se preferite sono 75 per centimetro quadrato), e la qualità della lavorazione e dei pigmenti sono eccelse. Sin qui nulla di strano, dunque, per quanto sia un po’ difficile pensare a un tappeto da quasi centomila euro, pur stimati in quasi dieci milioni i nodi che lo formano.

Unico oggetto associato (sotto la dicitura “I clienti che hanno visto questo articolo hanno visto anche” in basso di pagina) al tappeto Isfahan è un tocco da cuoco, un cappello da cuoco apparentemente ordinario, genericamente denominato “Chef Lavori Toque Colore: Bianco che però è presentato all’iperbolico prezzo di 53.522,30 euro. Per dirla alla Bonolis, un centinaio abbondante di milioni di lire del vecchio conio. Cliccate qui se non ci credete.
Poco sensato pensare a un errore di battitura, ipotizzabile in caso di assenza di centesimi. Ma soprattutto, chi cerca tappeti da centomila euro e – poco prima o poco dopo – cappelli da cuoco da cinquantamila?
Il cappello è marchiato Chef Works, società californiana produttrice di abbigliamento per professionisti della ristorazione, ma non altrimenti presente su Amazon, e venduto da Rinkit Ltd, che invece propone proprio su Amazon una decina di migliaia di articoli di vario genere. Purtroppo non è data la possibilità di ordinare i prodotti per prezzo decrescente, ma all’interno della vetrina della Rinkit Ltd è possibile operare una ricerca con chiave “toque”, che presenta questi risultati. Si scopre che anche il cappello nero costa 53.522,30 euro, mentre logicamente quello di carta è molto più conveniente (poco più di 55 euro). L’altra possibilità è data da questo articolo, apparentemente un altro cappello bianco allo stesso prezzo, che però forse chiarisce l’arcano: insieme al cappello si acquista anche il cuoco, in barba a qualsiasi legge che proibisce la tratta degli esseri umani.
Costa come un bilocale

Di qui in poi si entra nel dominio delle supposizioni. Nulla però vieta di pensare che, se acquistati insieme, cappello, cuoco e tappeto possano essere suscettibili di congruo sconto, mentre si ha un certo timor panico a immaginare quanto potrebbe costare far pulire il tappeto ove il cuoco dotato di cappello – bianco o nero – possa aver maldestramente rovesciato una zuppa di zafferano, caviale, tartufo, funghi Matsutake e scaglie d’oro.

globalizzazione del piffero

Siccome non lo si può comprare dall’Italia, viaggerà un po’ il Kindle Paperwhite che ho giusto acquistato da Amazon (punto com, ça va sans dire). Prima tratta: dai magazzini di Jeff Bezos a un posto vicino all’aeroporto JFK, tale Springfield Gardens, che i giardini li ha persi, da quando, subito dopo la Seconda guerra mondiale, decisero di costruire un aeroporto su quello che era il terreno del campo da golf di Idlewild. Oggi nel block giusto davanti allo spedizioniere che riceverà il Kindle c’è una prigione, la Queens Detection Facility, proprio in mezzo ad altri corrieri – sono pazzi questi americani. Il solerte spedizioniere compirà una scelta oculata tra nave ed aereo (il secondo costa grossomodo dieci volte più della prima) per far compiere al dispositivo la seconda tratta, che lo condurrà negli Emirati Arabi Uniti, più precisamente Abu Dhabi. Lì, giungerà, nella massima legalità – non è ironico – nelle mani di un italiano, con il quale transiterà presumibilmente a Fiumicino (terza tratta), e poi in Umbria, regione di origine del pilota (quarta tratta). Le Poste Italiane copriranno la quinta e ultima tratta. Per via di tutto ciò il Kindle Paperwhite, in uscita il 1^ ottobre, potrebbe essere a mie mani in tre settimane.
Ora, siccome viviamo in un mondo reale, viene da chiedersi: quale sarà la reale data di arrivo? Quale il collo di bottiglia? Per chi non si intende né di informatica né di enologia, chi farà ritardo? Amazon? Manco da pensare. Annunciano la spedizione il 22 ottobre, e i 5-8 giorni stimati con la consegna gratuita con il “FREE Super Saver Shipping” (ok, sono un pezzentone, ma che sono tre giorni di più in un mese?) collocano l’arrivo del dispositivo alla prima destinazione, Springfield Gardens, NY, 150th Avenue (può essere una avenue lunga circa 400 metri?), tra il 29 ottobre e il 1^ novembre. Secondo me arriverà alla mezzanotte del 30 ottobre. Ci metto cinque euro dei miei che lo spedizioniere dello stato di New York, a quel punto, salvo improbabili riots nell’adiacente edificio correzionale, farà del proprio meglio per liberarsi del pacco nel minore tempo possibile. Diamogli una decina di giorni, e l’incomodo varcherà la frontiera araba. Rimarrebbe la dogana degli Emirati, che notoriamente è anche più solerte dello spedizioniere, salvo riservarsi tempi geologici per alcune procedure. Poniamo un paio di settimane, basteranno, no?
Arriviamo quindi al nostro amico pilota, che impiegherà un tempo non prevedibile con certezza, ma una quindicina di giorni dovrebbero bastare, almeno spero, perché rimetta piede sul patrio suolo. Lì dovrà recarsi munito di pazienza di Giobbe in un ufficio postale, e spedire (tanto il pacco ce l’ha già, è quello di Amazon) la merce. Buon Natale.
Tutto ciò perché Amazon deve smaltire i propri Kindle della serie precedente nella periferia dell’Impero (che saremmo noi, questa volta), alla faccia dell’apparentemente imprescindibile globalizzazione. Siamo invece ancora, e lo è Amazon come noi, fortemente provinciali, contestuali, locali, rionali, xenofobi, nazionalisti, leghisti, e non è detto che alcune di queste caratteristiche, principalmente concentrate nella prima parte dell’elenco, siano da disprezzare.

ancora Amazon (e Gregory Zorzos)

Provate a inserire su Amazon.com – non l’ho fatto nella versione italiana – “silvio berlusconi” (le maiuscole in questi casi non contano), e vedete che viene visualizzato. In un post precedente si erano finte delle ipotesi sulle associazioni tra prodotti venduti sul sito, ma qui il risultato interessante sta nella lista dei libri ottenuti con la ricerca diretta.
Oggi all’undicesimo posto salta fuori un Day-by-day detail predictions of the Silvio Berlusconi life at 2011, peraltro alla modica cifra di 44 dollari e 26 centesimi nella sua versione Kindle, a opera di Gregory Zorzos, che per quanto mi riguarda è un illustre carneade. Ho quindi cliccato sul link correlato al suo nome, e le note biografiche che ne sono sortite hanno dello sbalorditivo. Eccole:

Gregory Zorzos, a native Hellene, was born in Kallithea, Athens in Greece (Hellas) at 1958. Author and his research work have been distinguished by a lot of official organizations, and Ministries, in Greece and all over the world.
The author has published more than 4,150,000 books, ebooks, board games, DVDs, cdroms, DVDroms, music Audio CDs, MP3s, epubs, notation files, documentaries, etc and many more are unpublished, about ancient and modern history in the fields of economics, technical, board games, martial arts, software, love affairs, feasibilities studies, research, case studies, learning languages, logodynamics, inner research etc.
As a reporter, from his teens, the author has written many articles in many newspapers, magazines etc. and was editor in chief in some of them.

Senza perderci nell’analisi sintattica, salta all’occhio l’iperbolico (uno direbbe flabbergasting) numero di pubblicazioni: quattro milioni e centocinquantamila. Quattro milioni e centocinquantamila siginfica circa una ogni quattro secondi e mezzo, considerando l’inizio dell’attività del prolifico elleno (mica semplicemente greco o ellenico, sentenzia la traballante biografia) a 18 anni, e ininterrottamente sino a oggi, giorno e notte. Ok, ammettiamo sia un errore.
L’uomo 2.0 a questo punto si rivolge all’oracolo. Serve dire quale? Fatto sta che come primo risultato salta fuori una nota biografica presente sul sito writers.com, appena più estesa della precedente, che anzitutto ci segnale che l’elleno è stato Presidente del Comitato Storico di moltre federazioni di arti marziali quali Pankration, Pammachon, Alindisis, Soma, Dielkistinda, Hoplomachia, Sciamachia, Pyx Lax, Rassein (ove non vi è chi non ne conosca almeno una cinquina). Dunque si suppone che ciascuna di queste discipline abbia una propria storia, e questo non è strano, ma che soprattutto disponga di volontà e risorse per costituire un proprio comitato storico. Per quanto ci può interessare maggiormente, si riferisce pure che Zorzos vanta a propria firma più di 800 libri, 300 giochi da tavola e 200 cd/dvd-rom relativi ai più disparati campi dell’umano sapere.
Siamo esponenzialmente scesi a circa 23 libri l’anno, che vuol dire uno ogni due settimane. Quanto basta per collocarlo comunque al terzo posto nella classifica degli scrittori più prolifici di tutti i tempi. I due che lo sopravanzano peccano però per varietà di temi, se è vero che la prima, Mary Faulkner, scrisse per lo più libri sentimentali, ed il secondo, Lauran Paine, trattò con massima attenzione solo l’epopea western, dedicando addirittura 200 libri al solo Buffalo Bill.
Fanno la figura dei dilettanti Geogre Simenon (appena 500) e Alexandre Dumas padre (con soli 277 libri).
Il testo su Berlusconi, però, prevede il “Look inside” di Amazon, grazie al quale si possono vedere in anteprima molte pagine del testo selezionato. E qui si capisce che le 753 pagine firmate da Zorzos sono con tutta probabilità generate in massima parte da procedure automatiche di analisi del tema astrale, dei ritmi circadiani, del tasso di alcol nel sangue, dell’alternanza di vittorie e sconfitte del Milan, del prezzo medio delle escort a Milano, delle variazioni dell’inflazione, e di almeno un’altra cinquantina di parametri più o meno vitali.
Il punto è: a chi diamine può interessare di spendere una trentina abbondante di euro per un’opera del genere? Si tratta in fondo di un manuale tecnico, e passi che lo sia per persone non nel pieno delle proprie facoltà mentali o per… un attimo… ci sono.
Se volete sapere a chi può servire, date un’occhiata qui.

anche i grandi sbagliano

Che chiunque voglia mettersi a fare e-commerce debba obbligatoriamente dare un’occhiata ad Amazon, pare indubbio. Gli ormai 17 anni di esperienza a livello prima locale, poi nazionale, poi sovranazionale e infine globale, la creazione di un database con i dati relativi agli utenti, ai loro ordini, alle loro preferenze, associati con una classificazione molto fine degli oggetti in vendita, consentono alla creatura di Bezos di compiere una serie di operazioni di marketing in “push”, ossia consigliando in modo più o meno vivo l’acquisto di altri prodotti, scelti per rispondere nel miglior modo possibile alla profilazione dell’utente.
Come tutti i procedimenti di grana fine, tuttavia, a fronte di un comportamento ottimizzato da un punto di vista globale, queste operazioni risentono di imprecisioni locali, specialmente se le informazioni al loro contorno sono meno “dense”.
L’esperienza personale, per quanto puntuale e quindi insignificante da un’ottica complessiva, mostra in ogni caso i limiti delle correlazioni di cui di accennava sopra.
Mi è capitato così di cercare la lampadina di ricambio di un epilatore a luce pulsata Remington (magari in un altro post parlerò del suo funzionamento), poiché valutavo un suo possibile acquisto su Ebay.
Nell’immagine qui sotto (conviene aprirla per osservare meglio) si possono vedere gli articoli correlati alla lampadina proposti da Amazon. Il risultato è abbastanza risibile: sembrerebbe che tutti coloro che acquistano la lampadina mettano nel carrello anche Angeli e demoni di Dan Brown e i ricambi della brocca filtrante “Brita”. Poiché quindi, più che mai, tout se tient, si potrà ben immaginare l’acquirente in questione mentre si epila le ascelle (o altra peluria cutanea) leggendo Dan Brown, rinfrescandosi di quando in quando con la chiara, fresca e dolce acqua ottenuta dalla filtrazione dell’immondo prodotto di rubinetto cittadino.
Potrebbe quindi valere la spesa verificare le correlazioni di altri prodotti, quali salmoni o stoccafissi norvegesi (chissà che non si accompagnino a libri di Vespa), vibratori (magari trovando corrispondenza con opere di Odifreddi), o biografie napoleoniche (ça va sans dire, vedendo suggeriti gli scritti dell’ex-presidente del Consiglio).