17 – pronto, signorina?

Inizialmente la commutazione, ossia l’azione del mettere in comunicazione due apparecchi telefonici, era svolta manualmente da un operatore umano, la “centralinista” o “telefonista”.
La centralinista, che si trovava in una centrale apposita, aveva il compito di rispondere a un generico utente A che chiedeva di essere messo in comunicazione con un utente B; ella compiva questa operazione connettendo sul pannello posto di fronte a lei il doppino proveniente dal telefono di A con quello di B.
Questo sistema ovviamente risultava avere diversi problemi: innanzitutto subiva gravi rallentamenti, nonostante ci fossero più centraliniste in parallelo, nei casi in cui gli utenti della telefonia aumentavano in numero (si badi che le connessioni possibili tra due utenti qualsiasi aumentano rapidamente all’aumentare del loro numero) e si prestava ad abusi e violazioni sulla privacy.
Quando un utente richiedeva di essere messo in contatto con una persona in un altra città c’era bisogno di un collegamento di diverse centrali.
Si deve a Almon B. Strowger la realizzazione del primo commutatore automatico nel 1888, che smistava le chiamate senza necessità di un operatore. Curioso è l’aneddoto che portò all’invenzione di questo sistema: Strowger, proprietario di un’agenzia di pompe funebri, sospettava che la centralinista del paese, moglie di un suo concorrente, passasse al marito le chiamate dirette alla sua ditta.
Il dispositivo elettromeccanico di Strowger, detto selettore, cominciò tuttavia a diffondersi solo a inizio del xx secolo.

Il telefono fu dotato di un disco a dieci fori (disco decadico), uno per ogni cifra; ogni utente aveva assegnato un numero di telefono pubblicato su elenchi (ancora oggi in uso).
Per chiamare l’utente B, l’utente A doveva comporre le singole cifre del numero di B lasciando girare il disco per ogni cifra; la rotazione del disco inviava un segnale elettrico alla centrale, che in base ai segnali elettrici ricevuti faceva ruotare un selettore meccanico, formato da un asse centrale verticale che poteva girare su se stesso e che portava lamelle metalliche in un certo numero e con una certa conformazione geometrica. La prima cifra composta con il selettore faceva innalzare o abbassare l’asse pivottante; la seconda disponeva le lamelle in corrispondenza di una certa decina di lamelle fisse (disposte radialmente sulla circonferenza interna del selettore), per poi abbassarsi e stabilire un contatto una volta effettuato un altro spostamento angolare all’interno della decina di lamelle in funzione del numero composto con il disco decadico.
Questo tipo di commutazione restò in uso fino agli anni Sessanta e Settanta del xix secolo, quando cominciarono ad essere usate tecniche di commutazione basate sull’elettronica e sul computer che oggi hanno completamente soppiantato la vecchia commutazione elettromeccanica.
La rete principale di commutazione è chiamata rete di distribuzione, ed è quella alla quale sono collegati i singoli telefoni; le centrali sono collegate a loro volta da centrali di transito, che vanno a costituire la rete di giunzione.
Oggi i collegamenti tra le stazioni sono quasi completamente realizzati in fibre ottiche, ad eccezione delle zone più periferiche che sono collegate con ponti radio.
Il cavo di rame è tutt’ora in uso per collegamenti tra telefono singolo e centrale.