09 – edifici nuovi e nuovissimi

Nei periodi successivi, dal rinascimento al romanticismo, passando per il barocco, il rococò e il neoclassicismo, non ci saranno cambiamenti paradigmatici delle tecniche costruttive, ma solo continui cambiamenti dal punto di vista stilistico.
L’architettura rinascimentale riprendeva gli ordini e le proporzioni classiche. Il barocco (termine prima dispregiativo, indicante l’apparente disordine di questo stile), la cui caratteristica distintiva è la curva che va sotto il nome di voluta, fiorì nel xvii secolo; un esempio ne è Palazzo Carignano a Torino, sede tra l’altro del primo Parlamento italiano.
Al barocco seguirà il rococò, caratterizzante la prima metà del xviii secolo. Un ulteriore ritorno ai canoni classici segnò invece, tra la seconda metà del xviii e il xix secolo, l’avvento dello stile neoclassico.
Il romanticismo (xix secolo) fu connotato dai “neo-”, riprese di stili precedenti; esempio ne è il neogotico.
A tutti questi periodi seguirà la cosiddetta “architettura moderna”, connotata in particolare dal movimento razionalista.

Cambiamento rivoluzionario anche se inizialmente quantomeno mal utilizzato, fu l’invenzione del calcestruzzo armato.
Il primo esempio di calcestruzzo armato, risalente al 1850, è infatti il canotto di Lambot, una vera e propria piccola barca, esposta poi all’Esposizione Universale parigina del 1855.
Fondamentale apporto allo sviluppo di questo materiale fu dato da un giardiniere parigino, Joseph Monier, che iniziò con l’utilizzare fili di ferro all’interno del cemento costituente vasi per piante (che mal resistevano a trazione).
Negli anni ’60 l’ingegnere François Coignet iniziò a fornire i risultati di applicazioni del cemento armato a costruzioni civili in un suo studio teorico. Ma fu solo con François Hennebique, che nel 1892 brevettò il sistema omonimo, che si diede grande sviluppo alla tecnica del cemento armato.
Hennebique comprese la proprietà fondamentale del cemento armato: la resistenza alla flessione, e su questa fondò il suo sistema.
Proprio questo sistema fu introdotto in Italia nel 1894 dallo “studio degli ingg. Ferrero e Porqueddu”, di Torino, al quale si deve la realizzazione, tra gli altri, del ponte Risorgimento a Roma (110 metri di luce).
Inoltre, un altro mirabile esempio di applicazione del calcestruzzo dotato di un anima di ferro è proprio la realizzazione dello stabilimento Fiat del Lingotto.

Un ulteriore incremento alla solidità e alla leggerezza delle strutture fu l’introduzione dell’acciaio nelle strutture portanti degli edifici, una vera e propria rivoluzione che aprì l’età dell’acciaio e soprattutto l’era dei grattacieli.
L’Home Insurance Building a Chicago, edificato nel 1885, è convenzionalmente considerato il primo grattacielo, non tanto per la sua altezza (42 m) quanto per l’uso del telaio metallico, che permetteva un notevole ampliamento delle superfici vetrate.

Soluzioni del tutto originali ideate solo nel xx secolo sono le strutture geodetiche. Si tratta per lo più di cupole semisferiche le cui strutture portanti si distendono sulle circonferenze massime, come accade per le rette della geometria ellittica. Le intersezioni delle geodetiche formano elementi triangolari o esagonali (secondo una trasformazione che porta a configurazioni cosiddette duali), che garantiscono la consistenza locale della struttura e allo stesso tempo, mediante le loro direttrici, anche quella complessiva.
Può parere quasi paradossale, ma le cupole geodetiche non risentono negativamente (anzi, sembra il contrario, anche se gli studi non sono ancora completi in questo senso) dell’aumento delle proprie dimensioni; questo le rende particolarmente appetibili per la realizzazione di coperture di grandi spazi, quali ad esempio i padiglioni delle esposizioni.
Se i primi esempi di strutture geodetiche risalgono agli anni della Prima guerra mondiale, con i progetti di Walter Bauersfeld, che concepì una simile forma per un planetario, realizzato poi nel 1922 a Jena, presso la sede della Carl Zeiss, è dopo il secondo conflitto mondiale che si hanno gli esempi più importanti e il rappresentante di maggiore spicco.
Si tratta di R. Buckminster Fuller, al quale si deve tra l’altro la definizione propria per questo tipo di cupole, e l’utilizzo in applicazioni di grande visibilità, come il padiglione americano dell’Expo di Montreal del 1967.
In realtà, la scarsa applicazione delle cupole geodetiche a fini civili dipende dalla difficoltà di adattamento di queste strutture alle necessità (ad esempio, quella delle uscite di sicurezza, che indeboliscono la struttura) e dagli alti costi di realizzazione (si pensi a quello di una finestra triangolare o esagonale) volendole rendere permanenti.

Attualmente le avanguardie dell’edilizia stanno ulteriormente stravolgendo i paradigmi preesistenti, non considerando come partenza immancabile l’elevazione di una pianta, ma la considerazione dell’edificio come un corpo solido consistente nella sua interezza. In tal senso, le realizzazioni della blob architecture esi adattano quant’altre mai alla definizione di edificio data da Le Corbusier; tali strutture sono propriamente delle machine à habiter.