Per 20 euro sui voli internazionale e 50 su quelli intercontinentali Alitalia offre ai propri passeggeri più spazio per le gambe. E reclamizza sin dalla homepage del proprio sito questa possibilità. Nella pagina interna chiarisce poi i termini dell’offerta, ma in entrambe le pagine riporta in modo piuttosto evidente la dizione “confort”, che è errore ortografico.
Mal comune mezzo gaudio, si dice, e in questo caso è comunissimo, se i risultati restituiti dal maggiore motore di ricerca mondiale sono 170 milioni per “confort” contro gli 881 di “comfort”. Un buon 16% sul totale, uno su sei.
Forse c’è un’altra pecca, tuttavia, non così visibile. Le più diffuse definizioni operative di comfort arrivano dall’astronautica, e per linea genealogica – e altimetrica – discendente dall’aeronautica (chissà se questa parola appare scritta correttamente sul sito Alitalia? E chissà che cosa capita a “meteorologia”?). Secondo quelle, il comfort è principalmente definito da rapporti tra temperatura e umidità relativa, espressi da curve. Occorreva parametrizzare la vivibilità degli abitacoli dove gli astronauti si trovavano a sopportare condizioni estreme in fatto sia di temperatura – l’aria contro la fusoliera a qualche migliaio di chilometri l’ora scalda terribilmente – sia di umidità. Il problema dell’umidità a bordo delle stazioni orbitanti e delle navette era già stato affrontato in un nostro post precedente, e ha causato dei morti tra gli astronauti per enfisema polmonare.
