i premi redenti

Una volta c’era la qualità totale, poi siamo diventati confidenti in quello che dicevamo. Il tutto rimaneva però in un ambito laico e terricolo. La qualità è sì totale, con buona pace del costrutto inglese che poco osa, limitando la dignità della piena totalità alla sola gestione (total quality management è la limitata locuzione di partenza). E la fiducia è amplificata, se si fonde lo stretto significato di confidence con l’ammiccante caratteristica della frequentazione. I confini della fabbrica o dell’ufficio non sono tuttavia travalicati, e non è soddisfatto l’anelito all’infinito che è proprio dell’uomo, da quando ha avuto coscienza di sé.
Che cosa scegliere dunque per elevare il mondo industriale (i post-industriali sono insensibili, non capirebbero) dell’uomo ad astra? Come connettere, in una corrispondenza platonica, o lulliana, le terrene specie con le sfere celesti? Il Basso con l’Alto? Il materiale con l’etereo?
Esistono in terra sostanze che possono servire a questo bisogno, fortunatamente. Sostanze che derivano dall’infimo, dallo ctonio, e che per sublimazioni successive, frazionamenti, distillazioni e azione del fuoco arrivano all’aereo, limpidissimo, puro, immateriale, immacolato e trasparente.
E qualche illuminato le pone a disposizione di tutti, o meglio di coloro che sanno leggere i messaggi che pur visibili sono di significazione recondita. Perché questo è aiutare l’umana specie: consentire a tutti di innalzarsi, con poca spesa, in ogni città, a piccola distanza dalla propria abitazione.
Chi sa veramente leggere, compitando con attenzione, pur senza destrezza nell’arte combinatoria, capirà che la redenzione del premio è specchio della Redenzione. Possiamo affrancare i nostri premi dalla loro realtà terrena, sublimarli, renderli intangibili nella loro perfezione.
Come tutto quanto è in terra, però, è fallace, temporaneo, ed è solo la ripetizione dell’opera che può riportare nello stato di grazia.
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