23 – IMP, mainframe e i pc d’oggi

A metà degli anni ’60, nel mondo universitario la coscienza della necessità di condividere i dati delle ricerche era piuttosto avvertita. La struttura dei centri informatici del tempo prevedeva enormi mainframe, nei quali si concentrava la potenza di calcolo, e piccoli IMP (Interface Message Processor) in grado di ricevere le istanze degli utenti e sottoporle correttamente al mainframe.
Gli IMP erano connessi tra di loro nella cosiddetta IMP subnet, governata inizialmente dal NCP (Network Control Protocol), successivamente sostituito dal TCP (Transmission Control Protocol).
Occorrevano delle regole, condivise tra tutti coloro che volessero aderire a un network: la necessità era quindi di definire dei protocolli unificati, grazie ai quali le comunicazioni sarebbero state non solo fisicamente possibili, ma coerenti.
La NPL (National Physical Laboratory), la rete inglese costituita sin da subito con finalità commerciali (compreso il trasferimento di fondi), doveva garantire la consistenza dei dati inviati. Per garantire i trasferimenti la NPL scomponeva i dati in pacchetti, controllando che l’invio fosse andato a buon fine con le regole del protocollo TCP: era nato il packet switching. Questo fu un passo fondamentale per lo sviluppo di interconnessioni tra reti.
Concepita dall’Institut de Recherche d’Informatique et d’Automatique, la rete francese “Cyclades” stabiliva invece una connessione tra più reti, fondando il paradigma di una inter-net. Gli elaboratori intermedi (ossia dai mittenti e dai destinatari della comunicazione) servivano solo da appoggio per la trasmissione. Reti di questo tipo furono favorite dall’insorgere di standard telefonici quali l’X.25.
Nel 1969 i nodi di ARPAnet erano 4, ma già negli anni ’70 il loro numero crebbe notevolmente. Nel 1983 furono sdoppiate due reti, MILNET per usi militari, e ARPA-INTERNET per la ricerca. La maggior parte dei nodi si trovava negli USA, ma esempi di connessioni a ARPAnet si avevano nel Regno Unito.

L’unione del protocollo TCP con la necessità di indirizzare correttamente i flussi di messaggi, dividendo i livelli fisici e software delle comunicazioni, diede luogo allo standard TCP-IP (ove “IP” sta per “Internet Protocol”). Dal 1974, questo garantì la compatibilità tra le diverse sottoreti.
ARPANET, invece, “moriva” nel febbraio del 1990 con la dismissione del suo hardware, ma al suo posto nasceva Internet.
Il Federal Networking Council stabilì nel 1995 una definizione del termine “Internet”. Esso si riferisce al sistema di informazione globale che è logicamente interconnesso da un address space unico e globale, basato sull’Internet Protocol (IP) o le sue successive estensioni/sviluppi; è in grado di supportare la comunicazione tramite la suite “Transmission Control Protocol/Internet Protocol” (TCP/IP) o le sue successive estensioni/sviluppi, e/o altri protocolli compatibili con l’IP; e fornisce, utilizza o rende accessibili, sia pubblicamente che privatamente, servizi di comunicazione di alto livello stratificati.
Nel 1992 Tim Berners-Lee, un ricercatore del CERN di Ginevra, mise a punto l’idea di ipertesto, che permise di formare il WWW, che comprende l’insieme degli ipertesti pubblicati in Internet. Parallelamente furono creati i primi browser, necessari per la ricerca dei documenti, come Nexus (1991), Gopher e VERONICA (Very Easy Rodent Oriented Netwide Index to Computerized Archives) prima, e come Mosaic (1993) e Netscape (1994) poi.
Nel 1996 gli utenti di Internet erano 10 milioni; diventeranno 200 milioni solo 3 anni dopo, mentre attualmente (2010) le connessioni alla rete delle reti sfiorano il miliardo.

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